mercoledì 8 maggio 2013

L'alchimia: dalla cina all'india

In questo post (e nei seguenti) parlerò brevemente (almeno, cercherò di esserlo) della storia dell'alchimia e di eventuali personaggi di spicco del periodo trattato. Logicamente non riuscirò a trattare in modo completo e approfondito la storia dell'alchimia, viste le sue antichissime origini.
Come potete intuire dal titolo faremo un viaggio nell'alchimia cinese e indiana, dove ci sono stati i primi segni della presenza dell'alchimia.

I primi esempi di alchimia si possono trovare in Cina, in particolar modo nella filosofia taoista. Essi pensavano che, essendo l'oro incorruttibile, bevendolo esso avrebbe donato l'immortalità e l'eterna salute. Così cominciarono a produrre il così detto "oro potabile", e per queste ricerche venivano finanziate gli stessi imperatori. Gli imperatori cominciarono così a ingerire pillole di mercurio trasmutato in oro ( ma che mercurio rimaneva) causandone così la morte per avvelenamento da mercurio. Dunque l'alchimia cinese era incentrata sulla cura degli uomini. Ad esempio, per eseguire otturazioni dentarie usavano un miscuglio di mercurio e stagno.
Sull'alchimia indiana sarò ancora più breve. Essa, come quella cinese, era incentrata sull'aspetto medico piuttosto che sull'aspetto della trasmutazione dei metalli. Essi producevano molti farmaci a base di erbe medicinali e anche loro cercavano il famoso "oro potabile" e usavano alcool come analgesico e alcali caustici per cicatrizzare le ferite. In alcuni scritti buddisti del II-V secolo d.C. si parla di trasmutazione dei metalli in oro.

Vi metto qui alcuni libri e (se riesco) i link ad alcuni di essi.
"alchimia cinese. La ricerca taoista dell'immortali" di J.C. Copper
"Le immortali dell'antica Cina" di Catherine Despeux
"Alchimia indiana" di S. Mahdihassan
"Alchimia indiana. La trasmutazione dell'uomo e dei metalli" di Narayânaswami Aiyar

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