giovedì 16 maggio 2013

L'alchimia nel periodo greco-romano

In questo post continuo la breve storia dell'alchimia partendo dalla Grecia e arrivando al periodo romano.
In Grecia si sviluppo l'arte alchemica tra il I e il IV secolo d.C. circa, e essi erano interessati a due principali settori:
- la manipolazione dei metalli (oro e argento in particolare)
- tecniche legate all'artigianato (ad esempio tecniche e ricette per tingere di porpora i tessuti o ricette per la creazione di perle e pietre preziose)
In questo periodo, inoltre, gli alchimisti si differenziavano in due tipi:
- quelli pratici che preferivano l'osservazione e la pratica nello svolgere i loro esperimenti. Essi studiavano i fenomeni e cercavano di riprodurli, ed è grazie a ciò che avvennero delle scoperte (ad esempio sostanze prima ignote) oppure dei miglioramenti negli strumenti usati.
- quelli mistici, che invece si facevano guidare soprattutto da credenze astrologiche e mitologiche.
Entrambi, però, caricarono di forti simbolismi i testi alchemici che scrivevano, rendendo così molto difficile (se non impossibile, a volte) la ripetizione dell'esperimento.
In questo periodo furono scritti molti testi alchemici (e tradotti quelli preesistenti): il primo testo greco è databile nel 280 d.C. circa ("Physica et Mystia"), scritto da Democrito. Poi molti furono i papiri scritti in greco, fra cui il "X Papiro di Leida".
Di questo periodo è impossibile dimenticare il personaggio più famoso dell'alchimia: Ermete Trismegisto (cioè, tre volte grande), di cui però l'esistenza non è mai stata provata. La sua opera più famosa è "La Tavola Smeraldina"
Con l'arrivo dell'impero romano in Grecia, l'alchimia inizio il suo declino inesorabile: inizialmente gli imperatori decisero di limitarne la diffusione per paura che l'oro che volevano produrre inficiasse sulle entrate e sulle uscite dell'impero. In seguito Diocleziano fece distruggere tutti i testi alchemici che gli vennero fra le mani. Le cose non cambiarono dopo il 313, anno in cui i cristiani ottennero la libertà di professare il loro culto, continuarono l'opera iniziata dai romani.
Con la caduta dell'impero romano, la cultura alchemica (o perlomeno, ciò che ne rimaneva), fu preservata da alcuni autori latini (azione iniziata da Plinio il Vecchio, secoli prima). Quest' opera fu continuata più che altro ad oriente, nell'impero bizantino, mentre nell'occidente si stava già consolidando la gerarchia della chiesa cattolica. In questo periodo non fu però operata nessuna aggiunta nella cultura alchemica, che fu soltanto copiata dagli autori di questo periodo.


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